NIENTE MUSICA A SCUOLA | |
DIMENTICATO L´ALFABETO DI MOZART | |
Da La Stampa (4/01/2002) | |
IL concetto di obbligo scolastico sembra essere giunto al termine della sua luminosa parabola. Oggi rischia di risultare più un handicap che una risorsa»: così si legge nel documento finale del Gruppo Ristretto di Lavoro incaricato dal ministro dell´Istruzione di pensare una radicale riforma della scuola. Valuteranno le famiglie, i professori, gli studenti italiani se la frase è credibile o strumentale, strategicamente fondata o moralmente cieca. Intanto, scorrendo le 62 pagine frutto del lavoro della cosiddetta «commissione Bertagna», s´impara che nella nostra contemporanea «società della conoscenza dove ogni organizzazione è e si fa comunicazione e intelligenza distribuita» non c´è spazio né tempo per la musica. Il suo insegnamento scompare dalla formazione primaria. La lunga battaglia per considerarla una normale materia di studio è perduta. Aveva iniziato Giuseppe Verdi, pochi anni dopo la nascita dello Stato italiano e dell´istruzione obbligatoria, a insistere perché la scuola offrisse ai bambini la possibilità di cantare, di suonare assieme, di apprendere anche questo alfabeto; la riforma Gentile la considerò importante, ma facoltativa; finalmente nel 1962 la musica venne introdotta nell´orario curricolare della scuola media. La riforma Berlinguer-De Mauro s´impegnava a insegnarla dal primo anno delle elementari, accertando le competenze dei docenti. Ora, esce dall´orario del mattino e viene diminuita ad attività pomeridiana; un optional da laboratorio, per le scuole che potranno permetterselo. Anche Mozart deve essere «giunto al termine della sua luminosa parabola». La musica è istruzione e formazione insieme, cultura e tecnica; regala un piacere profondo e condiviso, unisce intelligenze, competenze, affetti diversi: aiuta. Non è un handicap, ma una risorsa, un desiderio profondo che accompagna la vita. Obbligatorio offrire a tutti gli alunni la possibilità di conoscerla. |
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Sandro Cappelletto |