ALLEGATO 1 alla C.M. 198/99
PER LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA COME FATTORE EDUCATIVO
NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO
RIFLESSIONE PRELIMINARE
Allo stato attuale dell'organizzazione complessiva del sistema scolastico italiano, le
attività specificamente musicali sono presenti come fattore educativo nella scuola
materna, nella scuola elementare e nella scuola media, con programmi
sostanzialmente bene articolati e non così rigidi da impedire una sufficiente
flessibilità di adeguamento alla continua evoluzione dei metodi e delle pratiche.
Ciò che manca talora agli insegnanti, anche a quelli in possesso di studi musicali
conservatoriali, è invece una formazione didattica aggiornata ed omogenea. Altro
è saper suonare bene uno strumento o essere esperto compositore, altro e saper
"far fare" musica ad un gruppo di bambini o ragazzi, coordinando le loro capacità
esecutive e creative espresse attraverso lo strumento "voce" o attraverso strumenti
musicali adatti allo scopo e all'età. Altro ancora è saper motivare questa attività in
modo tale da condurre il gruppo alla scoperta, alla comprensione ed alla
progressiva razionalizzazione di tutto ciò che l'esperienza musicale suscita in
termini di emozioni e riflessioni, anche nella prospettiva dell'arricchimento del
bagaglio comunicativo con riferimento alla pluralità dei linguaggi che ovviamente
comprende anche quello musicale.
Per quanto si riferisce al complesso panorama degli indirizzi scolastici della
secondaria superiore, si può dire che in esso la musica come disciplina quasi non
esiste, poiché allo stato l'unica presenza istituzionale, quella degli Istituti Magistrali
e delle Scuole Magistrali è scomparsa, a seguito del D.I.10.03.97 che ha eliminato
il valore abilitante dei titoli rilasciati da queste ultime istituzioni e le ha di fatto
eliminate dal sistema scolastico.
Questa assenza, che investe tutta la fascia della Secondaria, ivi compreso il
biennio diventato oramai obbligatorio, comporta non solo una indebita sottrazione
di formazione culturale alle esigenze e richieste degli adolescenti, ma anche una
ingiustificata interruzione dell'attività comunque avviata in quest'ambito nel settore
scolastico precedente. Va subito osservato che la continuità deve
necessariamente prevedere attività musicali adeguate all'età e strettamente
collegate ad un approfondito lavoro di ascolto, analisi e riscontro storico. A tal fine
restano comunque disponibili le attività complementari e integrative di cui al D.567
del 10.10.96, con i relativi stanziamenti.
Principio generale da riaffermare definitivamente è che non si può considerare
"educazione musicale" una disciplina scolastica che si risolva in termini di puro
apprendimento passivo. L'ambito dell'educazione musicale dovrà sempre
comprendere una parte fondamentale di attività creativa. Inoltre essa dovrà
contribuire ad una formazione generale della persona. Componenti ineludibili di
un'attività musicale globale sono l'attività gestuale, la pratica vocale, la pratica
strumentale, la didattica dell'ascolto, la musica d'insieme, la drammatizzazione, i
procedimenti di improvvisazione e composizione, con tutte le conseguenti
implicazioni di acquisizione, conoscenza, competenza e razionalizzazione. La
musica, ponendosi in tal modo come mezzo oltre e prima ancora che come scopo,
dovrà vedere valorizzate nel suo ambito tutte quelle componenti formative
individuali e sociali che costituiscono parte essenziale della sua natura.
L'attività musicale dovrà avere importanza primaria come motore di sviluppo della
sicurezza individuale e delle capacità di integrarsi con gli altri e in senso più
generale come mezzo per promuovere e sviluppare negli alunni la capacità di "star
bene insieme" a scuola, fuori della scuola, dopo la scuola.
Si segnalano qui di seguito tre esigenze ineludibili:
1. L'esigenza di dotare la Scuola, in particolare quella dell'infanzia e quella
elementare, di insegnanti realmente in grado di svolgere i compiti decisivi in tema
di educazione musicale, che allo stato vengono loro attribuiti.
2. L'esigenza di provvedere a interventi che risultino coerenti con l'estensione
dell'obbligo scolastico a sedici anni. Il che implica che occorre pensare a bisogni
formativi inerenti all'ambito musicale che superino il livello primario e propedeutico
al quale si limitano le "didattiche storiche" alle quali si può fare riferimento per
l'educazione musicale di base. Occorre nell'ambito di quest'esigenza sviluppare da
una parte una diversa attivazione dell'educazione musicale nella scuola media, e
dall'altra proporre e sviluppare una "pedagogia musicale" per l'ultimo biennio
dell'obbligo, dimensione sconosciuta al nostro sistema scolastico nella prospettiva
trasversale di una presenza in tutti gli indirizzi di quel biennio.
3. L'esigenza conseguente di individuare, per tutti gli studenti coinvolti
dall'estensione dell'obbligo, un nuovo settore di studi musicali, orientabile sia nel
senso dell'analisi musicale, che nasca da una potenziata "didattica dell'ascolto
attivo e partecipativo", sia nel senso dell'acquisizione di una pratica strumentale di
propria elezione, a fini non necessariamente professionalizzanti, avviata nel
segmento scolastico precedente ed opportunamente fatta proseguire nella fascia
della secondaria superiore, sia come pratica corale. In tale prospettiva, dovrà
essere opportunamente valorizzata l'esperienza della musica d'insieme, finalizzata
anche ad un uso creativo del linguaggio musicale, senza esclusione di generi, stili
e prassi.
UNA PROPOSTA OPERATIVA COME OBIETTIVO A BREVE TERMINE:
la costituzione del "Laboratorio musicale" in tutte le istituzioni scolastiche
Il laboratorio musicale è un luogo fisico, un'aula attrezzata e dotata di tutte le
strumentazioni necessarie per produrre e riprodurre suono, che viene messo a
disposizione dell'intera struttura scolastica, anche sfruttando il sistema dei "poli"
scolastici, in senso orizzontale o verticale.
SUGGERIMENTI OPERATIVI
Nella situazione nella quale attualmente vive la realtà del sistema scolastico
italiano, a livello ordinamentale, sperimentale e innovativo, il gruppo di studio ha
ritenuto che una maggiore diffusione della musica come fattore educativo all'interno
di detto sistema scolastico potesse essere più agevolmente realizzata sviluppando
procedure operative che non investissero direttamente le strutture ordinamentali.
E' apparso, infatti, necessario tener presente che, sia a livello culturale, sia a livello
normativo, sono in atto processi certamente complessi e di non rapidissimo
sviluppo, ma rispetto ai quali sarebbe fuorviante l'occasionale innesco di ulteriore
procedure innovative, ancorché rese meno vincolanti dal carattere sperimentale.
Si è ritenuto quindi di muoversi nell'ambito delle zone innovative identificate
dall'autonomia organizzativa e didattica, di cui alla Legge n.59/97, art. 21,
ulteriormente definite e precisate attraverso la ricca ed articolata normazione
ulteriore.
Si è giunti, procedendo in tale direzione di ricerca, alla proposta di un obiettivo a
breve termine, che pur nella ricchezza della sua valenza formativa, si articola in
termini tali da essere pienamente conseguibile senza invadere ambiti decisionali
che solo ulteriori passi normativi potranno rendere agevolmente praticabili.
Tale obiettivo è stato identificato nella creazione presso tutte le istituzioni
scolastiche di un LABORATORIO MUSICALE, in relazione con la funzione di
sistema del coordinatore di laboratorio, che andrà opportunamente definita.
Per il conseguimento di tale obiettivo su larga scala in tutto il sistema scolastico
occorrerà articolare un piano operativo che, a partire dall'anno scolastico
1999/2000, porterà all'istituzione di un numero di laboratori musicali (almeno 1500)
che possano servire in rete tutte le istituzioni scolastiche.
Nel corso dell'anno scolastico 1998/99 è stata avviata una sperimentazione
guidata, che ha portato alla creazione di laboratori musicali presso settanta
istituzioni scolastiche, rappresentative di tutti gli ordini, gradi e indirizzi, la quale,
rientrando nell'ambito della progettazione sperimentale resa possibile dalla
normativa sull'autonomia, ha consentito una prima verifica della funzionalità del
modello ipotizzato e proposto, in vista della sua progressiva estensione nel
sistema scolastico.
MOTIVAZIONI Di FONDO
Il proposito di introdurre nel nostro sistema scolastico, con particolare riferimento a
quei segmenti dello stesso nei quali la valenza formativa della musica è di fatto
assente, perché manca qualsiasi riferimento esplicito alla problematica
dell'insegnamento/apprendimento musicale1, una componente quale la musica,
intesa prevalentemente nei suoi aspetti e nelle sue prospettive formative generali,
esige la definizione e la creazione di una specifica condizione didattica,
opportunamente e appositamente predisposta.
______________
1Si fa riferimento al fatto che, a livello di scuola secondaria superiore,
l'insegnamento/apprendimento della musica, che fino all'anno scolastico 1997/98 era presente
soltanto nell'Istituto Magistrale, a partire dall'anno scolastico 1998/99 è presente soltanto, ed in via
transitoria, in pratica ad esaurimento, nelle classi residue di detto Istituto, che è capitato sotto la
scure abrogativa del D.I.10.03.1997.
In una realtà scolastica, nella quale gli insegnamenti curricolari risultano già troppo
numerosi, è opportuno pensare piuttosto ad una attività espressiva, partecipata e
creativa, che si svolga in spazi operativi non convenzionali, per evitare qualsiasi
rischio di ricaduta in forme di didattica fortunatamente superate. Tali spazi vanno
specificamente attrezzati in modo da consentire modalità di insegnamento e
soprattutto di apprendimento che non siano o almeno non siano soltanto e
purtroppo prevalentemente quelle della comunicazione trasmissiva, che vede
l'alunno in una situazione di improduttiva passività, o addirittura della trattazione
teorica e libresca.
Lo spazio operativo per l'insegnamento/apprendimento della musica con finalità
formative prevalenti se pure addirittura non esclusive rispetto a quelle cognitive fine
a se stesse è quello al quale noi pensiamo quando parliamo di LABORATORIO
MUSICALE, luogo fisico all'interno del quale è possibile reperire gli "attrezzi" della
musica, che non a caso si produce con "strumenti", e nello stesso tempo è
possibile instaurare un rapporto apprenditivo di tipo concreto, attivo, produttivo,
diretto.
Solo in questo modo si riuscirà - probabilmente - a realizzare quella
"laboratorialità" che rappresenta il requisito indispensabile di qualsiasi didattica
attiva e che la scuola italiana dovrà saper giocare come carta vincente se e
quando si vorrà avviare il processo di trasformazione del sistema scolastico
italiano da scuola dei programmi a scuola degli obiettivi, da scuola degli esercizi a
scuola dei problemi.
In pratica il laboratorio musicale dovrà realizzare una forma diretta di esperienza
musicale, praticata sia nell'ascolto che nel fare musica, utilizzando materiali che
consentano di far riferimento al vissuto esperienziale dello studente anche in
relazione alla musica.
Va subito chiarito che questo riferimento al vissuto musicale dello studente non
deve essere considerato mero e riduttivo espediente di strategia didattica,
finalizzato, cioè, soltanto alla realizzazione di un processo motivazionale. Se la
prospettiva è quella di lavorare in senso ed in direzione prevalentemente
educativa, occorrerà sviluppare procedure che facciano crescere attitudini,
tendenze, vocazioni, potenzialità, ma soprattutto occorrerà che si risponda a
bisogni ed esigenze dell'utenza studentesca.
La proposta del LABORATORIO MUSICALE come obiettivo primario e prioritario
consente anche di segnalare e soddisfare la necessità che si faccia, attraverso di
esso, il primo ineludibile passo verso un approccio alla musica che privilegi la
forme della pratica: la riproduzione, l'improvvisazione, la composizione,
l'interazione tra suono e movimento.
La valenza educativa della musica, attraverso il laboratorio, si esplicita in un
sistema di relazioni tra chi insegna e chi apprende, sistema basato sul fare,
ascoltare, analizzare e conoscere musica.
L'obiettivo generale è creare insieme all'interno di un vasto campo di esperienze
non circoscrivibile nei limiti di una disciplina ma riconducibile semmai a un
processo in costante divenire fatto di vocalità, uso di strumenti, attività gestuali e
motorie.
Obiettivi trasversali, sottesi ai diversi cicli scolastici, possono essere identificati
come segue:
Sviluppo delle capacità di far musica, in modi e con scopi differenziati;
Acquisizione della capacità di ascoltare e di esprimersi attraverso il
movimento del corpo;
Acquisizione della capacità di ascoltare e comprendere le opere musicali,
nella varietà dei generi, stili, forme e funzioni;
Sviluppo della capacità di operare e riflettere con e sul linguaggio musicale,
tramite l'acquisizione di un lessico essenziale e calibrato;
Maturazione delle capacità di orientarsi nella sovrabbondante offerta
musicale della civiltà contemporanea e controllo delle proprie strategie
fruitive in relazione alle diverse situazioni;
In questo spazio sarà anche possibile recuperare una pratica che nel nostro
orizzonte didattico è marginale o addirittura assente, quella corale per
lettura, con l'obiettivo di costruire nello studente quel vocabolario musicale di base
necessario da una parte alla sua crescita culturale e dall'altra al suo personale
processo di costruzione della personalità
Il che giustifica una definizione del laboratorio musicale inteso come luogo fisico
dotato di precise caratteristiche architettoniche e acustiche e attrezzato con
strumentazioni atte a produrre e riprodurre suono.
Caratteristica essenziale dello spazio deve essere quella della grande flessibilità e
mobilità degli arredi e della strumentazione, per consentire l'utilizzazione dello
spazio stesso per la proposta di molteplici linguaggi artistici.
Per quanto attiene all'acustica dello spazio destinato a laboratorio musicale, pur
riconoscendosi che il livello ottimale, peraltro non indispensabile e non diffuso in
qualche caso neanche a livelli conservatoriali, è quello dell'insonorizzazione
dell'ambiente, si segnala la possibilità di una serie di interventi di assai più facile
realizzazione.
Risultati accettabili da questo punto di vista si raggiungono:
con una pavimentazione in linoleum;
con panneggi di stoffa lungo le pareti che non presentino aperture;
tendendo corde, dello spessore di due/tre centimetri nei due sensi della
pianta, presumibilmente rettangolare, dell'ambiente, alla distanza di circa
m.3,50 dal suolo;
coprendo pareti e soffitto con pannelli di cartone, che attutiscano i suoni
esterni2.
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2 Val la pena di ricordare che perfino i cartoni ad alveare che costituiscono il tipico imballo delle
uova e che sono di facilissima reperibilità, rappresentano una buona ipotesi di rivestimento delle
pareti, sia al fine dell'isolamento rispetto ai suoi esterni, sia ai fini della riduzione del riverbero
sonoro interno.
Talune indicazioni hanno valore specifico per particolari ordini scolastici. Lo strumentario Orff, ad
esempio, è utilizzabile soprattutto, anche se non esclusivamente, nella scuola materna ed
elementare
Le dimensioni ipotizzabili per questo "luogo della musica" si aggirano intorno ai
m.8 x 10. Va detto però che è opportuno far prevalere la qualità dell'acustica, nel
senso che è più opportuno lavorare in ambienti piccoli ma dotati di buona acustica,
che in un ambiente grande, come talune palestre nelle quali risulta difficile anche
soltanto la comunicazione verbale.
ELEMENTI ESSENZIALI DELL'ARREDO
Si indica qui di seguito un arredo di base per il laboratorio musicale, rispetto al
quale va subito chiarita la possibilità che esso sia realizzato in progress, nel senso
che l'ordine nel quale i materiali sono indicati rappresenta anche la serie delle
opportune priorità, in relazione alla progettazione specifica:
1.Strumentario Orff
2.Pianoforte
3.Impianto di amplificazione per voci e strumenti (microfoni, aste, monitor)
4.Eventuali altri strumenti (chitarre, percussioni, ecc.)
5.Amplificazione per chitarre e bassi
6.Impianto Hi-fi con lettore CD
7.Televisione
8.Videoregistratore
9.Telecamera
10.Tastiera
11.PC multimediale con software finalizzato ad attività musicali
12.Mediateca (CD, CD rom, videocassette, audiocassette, libri)
13.Lavagna pentagrammata
14.Lavagna luminosa
15.Un essenziale parco luci
IL COORDINATORE DEL LABORATORIO MUSICALE
Per quanto attiene a questa funzione di sistema ci si limita in questa sede a
sottolineare la necessità che la stessa sia puntualmente definita. A tale scopo verrà
organizzato nell'ottobre 1999 un seminario residenziale di confronto e produzione
riservato ad esperti sul problema, che dovrà portare ad una responsabile
definizione delle caratteristiche concettuali ed operative della funzione stessa.
Per quanto riguarda l'impegno specifico in relazione ai contenuti delle attività
laboratoriali, impegno che deve intendersi valido sia per i laboratori attivati
nell'anno scolastico 1998/99, sia per quelli che saranno autorizzati e finanziati nel
prossimo anno 1999/2000, si segnalano, in ordine di assoluta priorità, le seguenti
fondamentali, anche se non esclusive, forme di attività:
pratica corale
pratica strumentale
didattica dell'ascolto
musica e movimento
In particolare si segnala la imprescindibilità di un'attività corale che curi
l'educazione della voce cantata e parlata. Lo slogan Un coro in ogni scuola deve
diventare una realtà. La pratica corale per lettura deve anche assumere valore
compensativo rispetto ad una realtà in generale non del tutto positiva, che ancora
fa dire, ed a ragione, che "a scuola si canta poco e quasi sempre per imitazione"
(P.Malusà).
IL LABORATORIO MUSICALE
IL LABORATORIO: UN PROGETTO IN RETE
Il laboratorio musicale, attività che si colloca, fino all'anno 1999/2000, nell'ambito
della progettazione complessa ai sensi della L.18.12.1997 n.440, si pone come
"spazio della musica" sperimentale sia in termini organizzativi e strutturali che
didattici e metodologici.
Esso si articola intorno ai seguenti principi generali:
a.l'educazione musicale deve comprendere una parte fondamentale di attività
creativa e non può essere considerata una disciplina scolastica che si risolve
in termini di puro apprendimento passivo;
b.l'educazione musicale è intesa come attività globale e implica l'attività
gestuale, la pratica vocale, la pratica strumentale, la musica d'insieme, la
drammatizzazione;
c.l'educazione musicale è intesa come mezzo espressivo e quindi come
linguaggio;
d.l'educazione musicale è intesa in un'ottica di universalità e quindi di
interculturalità.
IDENTIFICAZIONE DEL LABORATORIO MUSICALE
E' il luogo fisico, con spazi attrezzati in modo quantitativamente e qualitativamente
completi per:
produrre e riprodurre suoni, realizzare esperienze musicali di qualità
promuovere ricerche didattiche sperimentali
sostenere e promuovere iniziative di formazione e aggiornamento dei
docenti
costituire un gruppo permanente di autoaggiornamento
costituire il centro di documentazione bibliografica e banca dati delle
esperienze significative anche territoriali
coordinare i percorsi e le iniziative musicali del territorio anche con accordi
specifici con gli Enti Locali e con Associazioni musicali eventualmente
presenti, per le necessarie concertazioni di patti e intese
favorire le esperienze autonome degli studenti
All'interno del laboratorio si elaborano percorsi di pratica musicale di continuità e
trasversalità:
a.la continuità si realizza prevedendo attività musicali adeguate all'età che,
pur nel rispetto della specificità dei vari ordini di scuola, si collochino in una
visione di sviluppo. I percorsi di continuità eventualmente già avviati sul
territorio sui temi di lettura, storia, scienze, informatica, valutazione
costituiscono un patrimonio didattico e organizzativo consolidato ai quali fare
riferimento per questa nuova esperienza.
b.la trasversalità si realizza in quanto l'educazione musicale, ponendosi come
mezzo di formazione generale della persona, si colloca in una
programmazione pluridisciplinare sia come presenza nei diversi indirizzi di
orientamento scolastico, sia in una prospettiva di riforma dell'assetto degli
attuali ordini di scuola.
STRATEGIE ORGANIZZATIVE
Vanno privilegiate le seguenti strategie organizzative, in relazione alle varie fasi
dell'attività:
1. per la realizzazione dei percorsi di continuità, sulla base di eventuali pregresse
esperienze di continuità, anche a livello interscolastico si individua una
commissione operativa con competenze definite e con delega dai Collegi Docenti
in merito a:
elaborazione di percorsi di formazione e di aggiornamento
raccolta di documentazioni
proposte di ricerche e sperimentazioni finalizzate
Di tali azioni si identificano i seguenti obiettivi a breve termine:
formazione e aggiornamento dei docenti
consolidamento e ampliamento del gruppo di autoaggiornamento
definizione dei percorsi sperimentali
2. per la applicazione della trasversalità, vanno identificati:
il raccordo tra la programmazione dei quattro ordini di scuola
la priorità al settore formativo e di aggiornamento
lo stimolo alla ricerca intesa come sperimentazione di percorsi didattici tratti
dall'esperienza pregressa, dai corsi di formazione, dai contatti con esperti
musicali
la circolarità tra momento programmatorio e momenti di ricerca
3. per il raccordo con le realtà scolastiche del territorio e il territorio è necessario:
elaborare eventuali percorsi di raccordo con il laboratorio di lettura territoriale
elaborare percorsi di raccordo con laboratori informatici ed espressivi delle
singole scuole
studiare l'intesa con gli Enti Locali per l'adeguamento delle strutture in
funzione della diffusione dell'allestimento delle aule di musica
favorire i contatti e le consulenze esterne per la formazione e per il centro di
documentazione
programmare interventi e iniziative di carattere extracurricolare coerenti con il
piano territoriale e con le finalità del laboratorio stesso
elaborare progetti di utilizzo del laboratorio da parte degli studenti come
luogo di incontro e per proseguire le esperienze musicali avviate negli anni
della scuola dell'obbligo
Il laboratorio musicale, poiché prevede una utilizzazione in rete, con collegamenti
fra vari ordini e gradi di scuola, deve anche prevedere lo sviluppo di un curricolo
verticale, pertanto tale curricolo deve avere le seguenti caratteristiche:
è unitario e valido per tutti gli ordini di scuola
in esso la musica è una disciplina specifica e interdisciplinare
conduce i ragazzi al raggiungimento di un livello avanzato di comprensione
musicale, superando i due casi estremi di competenza esclusivamente
"specialistica" o, all'opposto, tendenzialmente "generica" e porta la
popolazione scolastica a sviluppare diffusamente una "intelligenza musicale"
di buon livello
conduce all'acquisizione di competenze non solo analitiche o
storico-musicali, ma anche operativo-manuali. Non solo informazioni sulla
musica, ma dirette esperienze acustiche e di esecuzione musicale, riflessioni
che nascano dall'agire sfruttando la cosiddetta intelligenza del corpo.
E' da ritenersi infatti che per l'educazione musicale debba seguirsi una logica di
tipo ciclico, giungendo ad un curricolo sostanzialmente unitario dalla scuola
dell'infanzia alla scuola superiore. Molti obiettivi sono comuni ai diversi gradi
scolastici e lo schema più adatto a rappresentare un unico curricolo non è quello di
una catena lineare, ma piuttosto quello di una spirale che ciclicamente ritorna sul
medesimo obiettivo a livelli diversi.
Se si eccettua il principio che l'impianto curricolare dell'educazione musicale
debba essere omogeneo, coerente ed unitario per ogni ordine di scuola, ne
consegue che debbano essere perseguiti di livello in livello, ovviamente in modi e
con profondità diverse, i medesimi obiettivi generali, precisando:
1. il ruolo formativo dell'educazione musicale, che va associato a quello delle
altre arti e discipline le quali comunemente sviluppano attitudini, saperi, abilità
estetiche ed espressive quali:
espressione di sé e comunicazione
conoscersi e rappresentarsi, conoscere e rappresentare
nuove modalità di pensiero (superamento del pensiero lineare e
consequenziale)
capacità di cogliere ambiguità e pluralità di significati
affinamento della percezione e della capacità di rielaborazione creativa degli
stimoli sensoriali
2. Le finalità di ordine generale da perseguire per suo mezzo
Si possono sostanzialmente riconoscere tre livelli di obiettivi:
Scuola di base
scoperta e manipolazione del suono e scoperta dei suoi parametri
fondamentali
Fare e ascoltare musica in gruppo
Riflessione sul linguaggio e acquisizione degli strumenti operativi e descrittivi
(ultimo biennio)
Biennio orientativo
Eseguire ed ascoltare musica in gruppo
Ascolto e riflessione sul linguaggio
Rafforzamento, interpretazione e analisi
Allargamento del repertorio
Relazione musica-realtà-cultura
Sviluppo capacità di giudizio
Triennio superiore
Eseguire musica in gruppo
Ascolto, interpretazione e ricostruzione di relazioni musica-società-cultura
Allargamento del repertorio
Approfondimento esperienze del periodo precedente
Approccio di tipo storico omogeneo con quelli delle altre discipline
(letteratura, arte, filosofia)
In tutti i casi è fondamentale l'esercizio di attività pratiche, produttive ed esecutive.
Musicaescuola 2000: tutti i diritti sono riservati
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